Azione Cattolica Giovanissimi Saluggia


Chi è di scena? Ma cosa vuole dire il titolo della guida Giovanissimi per l’anno associativo 2024/2025?! Niente di troppo difficile… Si tratta di una sollecitazione del capocomico o di un tecnico di teatro per invitare gli attori a tenersi pronti a salire sul palcoscenico, quando si appresta l’inizio dello spettacolo. Vogliamo, quindi, parlare di teatro? Non esattamente… attraverso la metafora del mondo dello spettacolo, desideriamo che ogni Giovanissima e Giovanissimo possa riconoscersi protagonista nella propria vocazione.

È questo il tema che farà da sfondo alle proposte di questo anno associativo, 2024-2025. Ci muoveremo passo dopo passo, così come gli attori che preparano uno spettacolo, alla scoperta dei desideri, delle paure, delle passioni dei Giovanissimi, guidati dal Vangelo di Luca (Lc 5, 1-11) e dalle parole di Gesù «Prendi il largo», icona biblica di quest’anno associativo. Nel brano, l’incontro con il Signore rivela a Pietro la sua vocazione, così per l’attore essere chiamato in scena costituisce l’invito a dare il meglio di sé, ad esporsi totalmente, a mettersi in gioco.


Le patte del percorso

Il primo che incontreremo è Ad alto rischio, un modulo per scoprire che ciò a cui siamo chiamati non è certo un percorso privo di rischi: anche all’artista più preparato può capitare, al momento di entrare in scena, di sentirsi in soggezione o di essere sopraffatto dalla paura di sbagliare. È allora che serve il coraggio di buttarsi, di accettare il rischio di mostrarsi al pubblico. Proprio questo è l’obiettivo del modulo, nel quale invitiamo le nostre Giovanissime e i nostri Giovanissimi a ricercare la forza e le motivazioni che permettono loro di fare quel passo in più e rischiare.

A seguire troviamo Pronti, partenza… pazienza! un modulo in cui desideriamo provare a dare valore allo stile della gradualità, cioè del vivere ogni momento “scendendo in profondità”, nell’affrontare serenamente i tempi di attesa. Vogliamo accompagnare ciascun Giovanissimo e Giovanissima in un percorso che gli permetta di sperimentare il gusto di saper rallentare, per scavare a fondo in ciò che sta vivendo, senza la fretta di giungere subito alle conclusione.

Infine incontreremo Vince chi spera, perché il tempo, l’energia e la passione spesi da un attore nella preparazione di uno spettacolo portano con sé la speranza che questo possa essere ben accolto dal pubblico, che il teatro si riempia di applausi. È proprio qui che si cela la forza motivante a dare il meglio di sé. Attraverso le attività proposte in questo modulo, desideriamo fare esperienza, con i Giovanissimi, di una speranza “nuova”, al cui servizio ci sono la nostra dedizione e la nostra costanza, ma anche quel qualcosa di più di cui ci fa dono la nostra fede.



Azione Cattolica Giovani Saluggia


Quante volte abbiamo ripetuto, prima di una scelta importante o davanti a una situazione che non riusciamo a comprendere, “non so che pesci pigliare”. Questa esclamazione contiene le incertezze, i dubbi e le paure che ci agitano, o forse ci bloccano; il nostro sentirci, insomma, “in alto mare”.

Eppure, in questo non sapere che pesci pigliare, Dio ci raggiunge con una certezza: dei pesci da pigliare ci sono, magari non sono a portata di mano, magari invece sono proprio davanti ai nostri occhi. Ecco, Dio ci dona delle reti capaci di raccoglierli.

È questo il percorso di questo anno associativo, 2024-2025, che porterà nella nostra quotidianità la vicenda della chiamata dei discepoli sul lago di Gennesaret.


Lasciarsi stupire

Saremo accompagnati a guardare la complessità, il mare magnum della nostra vita, proveremo ad abitarlo, per stupirci dei movimenti che possono accadere dentro e fuori di noi. Per farlo attraverseremo cinque esperienze: la distrazione, la fantasia, l’interesse, il fallimento e la confidenza, in una prospettiva non solo personale, ma anche e soprattutto comunitaria. Proveremo a meditarle, a metterci in discussione e a intravedere nuovi punti di vista, ma soprattutto saremo chiamati ad interrogarci costantemente sul nostro modo di stare di fronte alle sfide della nostra vita: se vogliamo calarci in profondità, andare a fondo, affrontando se necessario insidie e paure, oppure se ci è più forte la tentazione di arrenderci e affondare.

Questi gli ingredienti per scoprire cosa significa nella nostra vita essere pescatori di uomini, a quale pesca siamo grati e a quale pesca siamo chiamati.

Il Signore, attraverso l’esperienza di Pietro e degli altri tre discepoli, ci esorta ad affrontare l’imprevedibilità della realtà e le nostre aspettative, soprattutto quando, dopo notti insonni, ci sembra improbabile immaginare e sperare un “pescato possibile”.